La scoperta della Biodiversità Naturale che si appropria di aree abbandonate e non più sfruttate dall’uomo, e dei servizi che essa offre all’uomo fornendo beni e risorse, ha rappresentato il fine dell’escursione delle alunne e alunni della 4A Biotecnologie Ambientali alla Foresta Urbana di Lecce
Nella città, dove sorgeva una cava per l’estrazione della pietra leccese, ora si possono ammirare specie vegetali erbacee, arbustive e arboree che hanno colonizzato i diversi terrazzamenti e che rappresentano una testimonianza di antichi orti e di giardini con flora ornamentale che circondavano l’antica cava, ma anche di flora spontanea della macchia mediterranea. Tali ambienti seminaturali ospitano una ricca biodiversità faunistista di uccelli e mammiferi
Il passaggio dalla cava alla foresta, non ha rappresentato una perdita economica per l’uomo se si considerano i servizi ecosistemici che derivano dalla Biodiversità del luogo, quali: servizi di fornitura: cibo, materie prime, specie con materiale potenzialmente utile; servizi di regolazione qualità aria, clima, rigenerazione suolo, impollinazione, controllo biologico; servizi di sostegno: aree di riproduzione, alimentazione e rifugio per specie stanziali e in migrazione, servizi culturali: di ordine estetico, opportunità per turismo e attività ricreative, di eredità culturale e identità, opportunità per formazione ed educazione
Si ringrazia il prof. Vittorio de Vitis del WWF Salento che ha guidato gli studenti nell’escursione e che insieme ai volontari, che con lui si occupano della foresta, opera per restituirla alla città sicura e fruibile, e centro di attività didattiche, scientifiche e culturali.